Hai cercato su Google qualcosa come “regressione sonno 6 mesi disperazione totale” o “perché il mio bambino non dorme più di colpo?”
Tranquilla: ci siamo passate in tante. Me compresa.
Nel mio percorso — da mamma prima, e da consulente del sonno poi — ho imparato che la parola regressione può trarre in inganno.
Perché il più delle volte non si tratta di un passo indietro, ma di una crescita potente, intensa, e sì: anche faticosa.
E come spesso accade… si fa sentire di notte.
Vediamo allora mese per mese cosa succede davvero, da un punto di vista evolutivo e del sonno.
📌 Regressione del sonno a 4 mesi: la prima, vera, grande rivoluzione
È la regressione più “vera” e riconosciuta.
A 4 mesi, l’architettura del sonno cambia profondamente:
- I cicli di sonno diventano più simili a quelli di un adulto
- Ogni passaggio tra una fase e l’altra può diventare un risveglio
- Le associazioni all’addormentamento diventano fondamentali
👉 Se il tuo bambino si addormentava al seno o in braccio, ora potresti vederlo svegliarsi ogni 40-60 minuti.
È un momento chiave per iniziare a creare routine del sonno sane e sostenibili, rispettose ma più autonome.
📌 Regressione sonno a 6 mesi: svezzamento e primi distacchi
Tra i 5 e i 6 mesi iniziano due grandi novità:
- Lo svezzamento: il corpo cambia, l’intestino si adatta
- Il primo senso di separazione: il bambino inizia a capire che mamma e lui… non sono la stessa cosa
Il sonno può diventare più leggero, i risvegli più frequenti.
Non è una vera regressione, ma una fase delicata che va accolta e accompagnata.
📌 Regressione sonno a 8-9 mesi: mobilità e ansia da separazione
È il periodo in cui molti bambini:
- Gattonano
- Si tirano in piedi
- Esplorano con entusiasmo
- …e vogliono sapere che tu ci sei, sempre
👉 Di notte, spesso si svegliano per cercare conferme: “sei ancora lì, mamma?”
L’ansia da separazione è una tappa fisiologica, che tutti i bambini attraversano, a prescindere da quanto tempo passano con mamma o papà.
Non è un errore. Non è da evitare.
È una fase che va accolta, riconosciuta e accompagnata con piccoli gesti ripetitivi, rassicuranti.
È così che il tuo bambino impara che, anche se ti allontani… poi torni. Sempre.
📌 Regressione sonno 12 mesi: tra parole, passi e nuovi “no”
Il primo compleanno segna un’esplosione neurologica:
- Iniziano le prime parole
- Arrivano i primi veri passi
- E cominciano i primi “no”
Il cervello è in iperattività. E spesso… fa fatica a staccare la spina di sera.
Routine strutturate ma elastiche, e una buona connessione affettiva, possono fare la differenza.
📌 Regressione sonno 15-18 mesi: il bisogno di controllo
Qui entrano in gioco due ingredienti potenti:
- Volontà: il bambino vuole decidere
- Opposizione: il “no” non è solo linguaggio, è identità in costruzione
👉 Se il tuo bimbo rifiuta la nanna, si oppone alla routine o chiede mille volte il tuo ritorno… è tutto normale.
Serve una buona alleanza genitoriale, routine chiare e limiti affettuosi ma fermi.
Non è una regressione. È crescita, a volte travestita da confusione.
🦷 E i dentini? E i vaccini, i viaggi, le novità?
Tutti questi eventi possono influire sul sonno.
Non sono “regressioni vere”, ma sfide fisiologiche che destabilizzano temporaneamente il ritmo:
- Spuntano i denti e il dolore si concentra di notte
- Cambi ambientali (viaggi, asilo, nonni) generano nuovi stimoli
- Vaccini o malanni interrompono le routine consolidate
👉 Conoscere questi impatti ti aiuta a prevenire e contenere i risvegli notturni e a evitare che una fase si trasformi in abitudine.
💛 In conclusione: le regressioni ci raccontano che tuo figlio sta crescendo
I bambini non sono macchine. Non vanno “sistemati”.
Vanno osservati, compresi, accompagnati.
Ogni fase che chiamiamo “regressione” può essere l’occasione per:
- Capire meglio i suoi bisogni
- Rafforzare la relazione
- Costruire abitudini più serene per tutta la famiglia
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Cristina – Nanna A Porter
Consulente del sonno certificata
💛 Dormire bene è solo l’inizio. Il resto è qualità di vita.